Chi siamo: la nostra storia
“La gentilezza delle parole e pensieri crea fiducia e profondità. La gentilezza nel donare crea amore”
Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Ut elit tellus, luctus nec ullamcorper mattis, pulvinar dapibus leo.
l gruppo nasce nel 1961 con l’Ospedale, estremamente bisognoso di sangue, con pochi donatori sempre pronti ad accorrere di giorno e di notte sotto la spinta umanitaria di salvare una vita che si sta spegnendo, con un immediato contatto con il “caso clinico” e con i protagonisti, medici e non, di una lotta ingaggiata contro la morte.
Questa esperienza esaltante ha allargato la schiera dei donatori e dai vari paesi utenti sono giunti gli apporti delle sezioni comunali, istituitesi per far fronte ai pressanti appelli che l’Ospedale diramava.
Il gruppo, sempre più numeroso, consentiva di tenere piccole scorte di sangue (Emoteca), facendosi così strada la realtà di una donazione volontaria periodica, svincolata dal “momento eroico” della donazione, con necessità di una programmazione dei prelievi non sempre accettata dai donatori, con l’attuazione di alcune basilari iniziative di medicina preventiva e relativi controlli clinici che l’Avisino, a livello inconscio rifiutava, come un ulteriore diaframma tra lui e il ricevente o come un freno alla generosità del donare.
Crisi di motivazione, dunque, a livello personale; crisi di credibilità nelle strutture ospedaliere, investite dall’ondata della contestazione, immobilizzate nell’attesa di una riforma sanitaria che è ancora a venire; crisi di valori, in un momento di perturbazione della vita nazionale, sia sotto il profilo morale che socio-economico, la cui portata non ci è ancora dato conoscere. La spaccatura, nel nostro gruppo, non è avvenuta, salvo piccole tendenze centrifughe, proprio per lo slancio dei responsabili che hanno moltiplicato i momenti associativi come occasione di aggancio e di informazione.
Da questo più frequente contatto fra i soci è nato un approfondimento appassionato di quanto di nuovo veniva emergendo in tema trasfusionale, portato in luce dai dibattiti scientifici, nonché dagli studi di comitati di esperti e questo “nuovo” è stato proposto ai soci per una attuazione completa , tenendo sempre fissa, da un lato, l’identità con la matrice associativa avisina e dall’altro come forza traente, la realtà locale, morale e tecnica dell’Ospedale. L’Ente Ospedaliero, accettando questo confronto con l’AVIS, ha dato prova di “storicità” e di realismo, iniziando un discorso che sarà portatore di ulteriori sviluppi.
Le strutture messe a disposizione dei donatori sono un fatto concreto, attendono solo di essere animate e aperte a tutti quanti fanno della donazione del proprio sangue un ideale altissimo di umanità e socialità; ai benemeriti anziani, per la forza del loro esempio, ai donatori dell’età di mezzo, attivissimi sempre, ma soprattutto ai giovani che vedono realizzati obiettivi di efficienza tecnica per il servizio, con assoluta garanzia per la tutela fisica del donatore e massimo prestigio per l’Associazione.
Questi giovani che non sono soltanto sulle strade ma lavorano al nostro fianco e che più di noi vedono avanti, avranno motivo di compiacersi delle attrezzature nuovissime e d’avanguardia, nonché dell’apertura nei loro confronti che prende avvio proprio dalla creazione del nuovo servizio, sia a livello associativo che sanitario.
Essere donatori vuol dire anche crescere bene a statura d’uomo, moralmente e fisicamente.
dott. Serafino Tambuscio