22 gennaio 2023 – Foto Vezzoli
Una giornata dedicata a coloro che disprezzano le mezze misure tanto quanto odiano le mezze porzioni
L’Avis non è soltanto donazione di sangue; ci sono anche importanti momenti conviviali e di socializzazione. Così domenica 22 gennaio, volontari ed avisini di Sarnico e basso Sebino si sono trovati nella sala convegni dell’oratorio di Villongo S. Filastro per riprendere la “maialata” di gennaio interrotta a causa della pandemia. «Un incontro non di mangioni, ma di …esploratori del cibo che si confrontano con un pasto consigliato da dietologi che non vogliono più aver a che fare con i loro pazienti». Così il nostro Mario Dometti nel libro celebrativo dei sessant’anni di Avis “L’uomo non sarà mai solo”, descrive questo atteso appuntamento.
Centodiciotto persone hanno occupato i tavoli apparecchiati, per gustare polenta con ossi di maiale, pollo con funghi, soppressa di puro suino, formaggi di vario tipo, gorgonzola compreso, torta con impresse, tramite coloranti alimentari, le fotografie di volontari, tutto a beneficio del colesterolo.
Un caleidoscopio di persone fanno da contorno a questo “atto di bullismo alimentare”: da Riccardo il neonato di otto mesi e probabile futuro donatore di sangue, figlio di Pierluigi e Natalie Danesi, presidente gruppo giovani, a chi quasi ottantenne, ha forse dimenticato la data dell’ultima donazione ma continua a collaborare. Che dire poi di Marcello Izzo, pure lui del gruppo giovani, presente con moglie e i tre fanciulli a respirare l’atmosfera di amicizia propria degli associati, un gruppo di persone impegnate, solidali ma anche consapevoli che la fame è come l’herpes: torna sempre.
L’incontro è stato avvalorato da presenze autorevoli: dal presidente Avis regionale dott. Oscar Bianchi che, dopo aver ringraziato per l‘invito, nel suo intervento ha sottolineato come le persone che hanno a cuore la salute di tutti, si mettono a disposizione e donano una parte di sé in modo altruistico, anonimo e gratuito come previsto dallo statuto dell’associazione. Ha evidenziato poi quanto sia labile e delicato il nostro sistema trasfusionale, ricordando che in Lombardia vengono raccolte 460mila sacche di sangue, un quarto di tutta l’Italia, di cui 200mila dalle varie Avis. Le strutture trasfusionali di Avis non sono però autosufficienti per capacità economica, i rimborsi ricevuti sono insufficienti e se il sistema non è in grado di sostenere i costi, si è costretti ad interrompere la raccolta. Così facendo viene però meno l’autosufficienza. Occorre allora che la classe politica capisca le esigenze per il mantenimento della situazione che oggi non si riesce più a garantire.
Quest’anno in Lombardia si sono perse 20mila sacche di sangue, quindi abbiamo la necessità di reclutare più giovani e sarebbe bello se ciascuno dei presenti si impegnasse a portare entro l’anno prossimo almeno un donatore nuovo all’Avis.
A seguire il presidente Avis provinciale Artemio Trapattoni che ha innanzitutto ringraziato il presidente Serafino Falconi e tutta l’Avis del basso Sebino per aver dato l’occasione di stare insieme; un momento di condivisione perché quando già si condivide il dono del sangue, diventa più facile condividere tante altre cose; ed è qui che facciamo breccia perché sappiamo che il gesto che facciamo aiuta qualcuno. Trapattoni ha ribadito che Avis provinciale di Bergamo soffre economicamente, con una perdita ad oggi di circa 400mila euro. Grazie alle Avis comunali che versano parte dei loro rimborsi e a qualche sforzo, si riesce ad arrivare ad un bilancio che negli ultimi cinque anni perde dai 100 ai 130mila euro; questo si vuol far capire ai politici che continuando così le risorse si esauriscono. Noi vogliamo fare bene il nostro lavoro. Un rilievo importante: nel 2022 in provincia di Bergamo le donazioni sono diminuite di 1600 unità rispetto al 2021. Si sta lavorano perché le cose migliorino.
Nel suo intervento il sindaco di Villongo Francesco Micheli, ha evidenziato che è motivo di enorme orgoglio aver ospitato l’Avis. Ha quindi ringraziato l’associazione e gli avisini per l’esempio di donazione sanitaria e anche sociale. Essere avisini significa essere a servizio degli altri.
Il primo cittadino di Sarnico Giorgio Bertazzoli, accompagnato dalla sua vice Paola Plebani, ha elogiato Serafino Falconi e Giuliana Minuscoli nonché le famiglie che supportano gli avisini nei loro impegni temporali.
Il presidente di Avis di Credaro Sergio Belotti, anche in rappresentanza del sindaco Adriana Bellini. ha informato che la piccola sezione da lui presieduta ha avuto uno sviluppo esponenziale; ha caldeggiato il coinvolgimento dei giovani, sottolineando che la collaborazione con l’Avis di Sarnico è sempre attiva.
È seguito l’intervento di don Andrea, lieto di ospitare l’Avis nell’oratorio di Villongo e quello di Mario Dometti che ha espresso gratitudine a Serafino per la fiducia datagli in occasione della realizzazione del libro celebrativo del 60° di fondazione della sezione Avis.
Il direttore sanitario dott. Giovanni Paris ha tranquillizzato tutti affermando che, contrariamente a quello che si pensa, l’eccesso di colesterolo non è dato dagli ossi di maiale che hanno anzi una carne tra le più magre. Ha poi ringraziato i volontari invitando a continuare perché senza loro Avis non esiste; quello che fa quando si presenta alle scuole con Serafino e Giuliana, è lo stesso di quanto fanno i volontari quando aiutano gli altri e ha affermato che “solamente chi dona è veramente felice”.
Il presidente Serafino Falconi ha chiesto poi un momento di raccoglimento per i volontari portati via dal covid: Ha ringraziato le autorità e rivolto un elogio particolare ai volontari presenti tutti i venerdì: Artemisio Belussi, Enrica Cattaneo, Anna Dossi, Mario Dometti e soprattutto Ernesto Freti che si è trovato da solo durante la pandemia ad assistere i donatori. Il presidente non ha dimenticato di presentare le cuoche Giulia, Ada e Gina. Ha rimarcato gli ottimi risultati raggiunti, tra cui l’arrivo di tanti giovani; anche quest’anno si entrerà nelle scuole e ben 1180 studenti verranno coinvolti; si semina nelle scuole perché lì c’è il futuro.
Ad animare il pranzo ci ha pensato la musica del duo fisarmonica/sassofono che ha consentito a un gruppo di signore di esternare le capacità canore esibendosi in canti popolari d’altri tempi ma intramontabili.
Non è mancato il momento religioso con la preghiera proposta da don Andrea. Infine la tradizionale tombolata con premi sempre numerosi per merito di Giuliana.
Un plauso al presidente che ha dato prova ancora una volta delle sue capacità di aggregazione e di organizzazione e, pienamente soddisfatto, ha salutato affettuosamente dando appuntamento all’anno prossimo.
Per chiudere questo articolo riporto fedelmente la conclusione del capitolo “La maialata di gennaio” inserito nel libro di Mario Dometti (reperibile presso la sede Avis il venerdì dalle 8 alle 11) un paragrafo che ben rappresenta questa giornata dedicata a coloro che disprezzano le mezze misure tanto quanto odiano le mezze porzioni.
«Al termine di questo capitolo, sicuramente qualcuno estraneo alla Maialata potrà pensare che probabilmente sono stato un tantino, diciamo… esagerato nel raccontare i fatti. Beh! forse è vero, invito però i lettori che ancora non l’hanno fatto, a partecipare a questa particolare esperienza gastronomica. Al levar delle mense si renderanno conto che se “mangiare è fisiologico, digerire è un atto di fede”. Per smaltire tutta quella roba occorrono due cose: un miracolo o l’esorcista. Un’altra conferma che Dio esiste e non è vegetariano».